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Revenge Porn. La violenza che viaggia in rete

Che cos’è il Revenge Porn

Con l’espressione Revenge porn o revenge pornography, si indica la condivisione pubblica di immagini o video intimi tramite Internet senza il consenso dei protagonisti degli stessi. Non sempre il fenomeno della diffusione non consensuale di immagini intime si ricollega a specifiche finalità di vendetta, più spesso è relativa al più ampio fenomeno della “pornografia non consensuale” o Non Consensual Pornography (NCP). In alcuni casi, le immagini sono state immortalate da un partner intimo e con consenso della vittima, in altri senza che la vittima ne fosse a conoscenza, in altri ancora la persona offesa è vittima di violenza sessuale. Il fenomeno è presente anche in ambito minorile, dove si collega alla diffusa pratica del sexting, l’invio di immagini intime come pratica di coppia. Non è infrequente che simili immagini fuoriescano dall’ambito della coppia (sexting secondario) andando a determinare danni analoghi a quelli prodotti dal Revenge Porn.

 

Un fenomeno ancora in crescita sul Web

Le denunce sono in aumento e il fenomeno è sempre più frequente: secondo dati diffusi dalle forze dell’ordine, in Italia ogni ventiquattr’ore compaiono in rete immagini intime di giovani donne, spesso minorenni, ricattate dai loro ex. Una volta erano le lettere o le foto compromettenti finite nelle mani sbagliate a essere arma di ricatto, oggi, con la diffusione dei social network, la posta in gioco è decisamente più alta, con conseguenze gravissime a livello psicologico.

Le vittime sono per la maggior parte donne, mentre i colpevoli sono per la maggior parte uomini, spesso ex partner. A volte anche gruppi di uomini che creano, soprattutto su Telegram o Whatsapp, chat di gruppo in cui ci si diverte a commentare foto intime postate da uno dei partecipanti che le ha ottenute con il consenso del soggetto interessato.

 

Sessualità virtuale e uso diffuso dei social

L’uso diffuso dei social ha radicalmente cambiato le nostre modalità di comunicazione, e i recenti lockdown, come sappiamo, hanno favorito il propagarsi della sessualità virtuale, contribuendo a rendere familiare l’uso delle diverse piattaforme. Non solo: anche la crescente diffusione del porno amatoriale, in cui le coppie si riprendono durante il rapporto sessuale per poi caricare i video su siti come PornHub, ha reso alla portata di tutti una certa dimestichezza con l’uso della tecnologia in ambito sessuale, e la familiarità che hanno i più giovani con gli smartphone e la loro abitudine di comunicare tramite immagini ha reso certe azioni quasi “naturali”. Oggi tra i ragazzi questo tipo di scambio fa ormai parte della normalità del corteggiamento. Cosa molto rischiosa.

 

La legge e l’importanza dell’educazione

Secondo una recente indagine statunitense, su 300 utenti adulti di social media, 1 su 12 è stato vittima di Revenge Porn e 1 su 20 ammette di aver diffuso immagini senza autorizzazione. Il problema è la viralità della rete, che rende impossibile controllare la diffusione dei materiali una volta postati. Importante sarebbe spiegare ai giovanissimi i rischi che corrono nel modo più schietto possibile; fondamentali sono i corsi di educazione sessuale e anche la formazione dei genitori in ambito tecnologico, perché spesso non hanno idea di come i loro figli utilizzino quel potente  strumento che è il Web. Bisogna rendere consapevoli adulti e adolescenti che il materiale postato in rete resterà lì per sempre, che potrà essere usato da altre persone, e soprattutto che utilizzare e diffondere materiale intimo senza consenso è un reato.

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