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Teletrasporto nel Metaverso

Stiamo cercando di realizzare il progetto di un’umanità 2.0, in cui gli utenti possano essere teletrasportati all’interno di mondi paralleli. I più grandi investitori di ogni settore stanno investendo nel Metaverso: ma cosa prevede esattamente questo nuovo universo immersivo?

 

 

Nello scorso articolo vi ho parlato del Metaverso, il prossimo step evolutivo di Internet, il nuovo mondo virtuale in cui potremo entrare e trasformare ogni nostra esperienza in forma digitale: guardare un film, giocare, fare meeting di lavoro, sport o shopping direttamente dal salotto di casa nostra. Come entreremo nel Metaverso? Semplicemente registrandoci a un sito che ne faccia parte e indossando un visore o un altro accessorio che ci consenta di proiettarci nel mondo virtuale. In pochi clic ci si ritroverà immersi in una gigantesca città virtuale in cui seguire una riunione con i colleghi d’ufficio, indossare abiti nei negozi oppure fare la spesa al supermercato, giocare o invitare un amico a bere un caffè nella nostra “casa digitale”. Il tutto sfruttando la tecnologia Blockchain e gli NFT per fare acquisti.

 

La costruzione di un Metaverso

Prima di capire come verremo teletrasportati nel metaverso, bisogna comprendere che tutta l’infrastruttura è ancora in fase di costruzione. Un po’ come una città, in cui prima di innalzare i palazzi si deve costruire tutta quella serie di canali e collegamenti idrici, elettrici e fognari che alimenteranno il sistema. Attraverso la collaborazione di una fitta rete di imprese, andremo ad aggiungere sempre più tasselli al mosaico, fino a renderlo un’opera fruibile concretamente. Non solo, se vogliamo ricreare una realtà che vada al di là dei videogame, va implementata innanzitutto la rete per permettere a centinaia di milioni di persone di accedere al metaverso contemporaneamente; ecco perché gli investitori stanno accelerando molto nel comparto della rete 5G (e forse pure di quella 6G). Se poi all’interno del Metaverso dovranno essere scambiati dei beni o dei servizi, ci vorranno transazioni alternative e sicure; ecco perché le aziende si stanno organizzando a sviluppare le criptovalute con strumenti e piattaforme idonee a questo tipo di operazioni.

Il teletrasporto nel Metaverso

Uno dei progetti più concreti del metaverso sarà quello di trasportare un avatar (una versione graficamente accurata e digitale di noi) da una riunione a un’altra, da un concerto a una festa fra amici, da una conferenza a un negozio virtuale. Se tutti gli investitori coinvolti in questo immenso progetto riusciranno a fornire i mezzi alla popolazione mondiale, questa potrà entrare definitivamente a far parte di una vita completamente nuova. Un esempio concreto? Immaginiamo di essere bloccati a casa dal maltempo (o da una pandemia), quando degli amici ci invitano a una festa: non possiamo muoverci da casa, come fare? Basterà prendere il nostro kit di immersione” composto da visore, tuta e guanti dotati di sensori in grado di offrire stimoli audiovisivi e tattili (esistono già, ma sono troppo costosi per il commercio di massa) per “teletrasportarci” alla festa o dove altro vogliamo. Anche gli altri partecipanti indosseranno il kit: i dispositivi ricreeranno gli ologrammi di ognuno, così da permettere l’interazione totale. La stessa cosa potrà essere fatta nell’ambiente di lavoro, dove anche l’interazione con i colleghi sarà totale, proprio come se ci trovassimo con loro in ufficio. Oppure potremo entrare in un negozio o partecipare a un qualsiasi evento: potremo teletrasportarci in qualunque luogo dove sarà possibile fare qualunque cosa.

Tuttavia, ci sono opinioni contrastanti e pareri discordanti in merito al teletrasporto nel Metaverso, pareri che lo credono una tecnologia inutilizzabile, un’idea di dominio assoluto sulla tecnologia che non potrà essere realizzata. Rimanendo esattamente dove siamo, potremo teletrasportarci altrove con un ottimo grado di verosimiglianza: non sarà possibile, secondo alcuni esperti, non esisteranno le tecnologie per farlo concretamente, per integrare reale e virtuale  perfezionando entrambi e allontanandoci dai pixel giganteschi e caricaturali e dai voli inverosimili come dentro i cieli di “Second Life”. “Distopia”, la chiamano, sottolineando, per esempio, gli aspetti di controllo e totalitaristici della piattaforma di Zuckerberg, primo fautore del teletrasporto e del Metaverso. In ogni caso, che siate pro o contro l’ipertecnologia, non resta altro che attendere (relativamente poco), perché la sperimentazione sta andando avanti, ed è molto veloce.

 

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