Plurals, Centennials, Zoomers, Digitarians, iGen: chiamateli pure come volete, ma gli utenti della Generazione Z rappresentano i nuovi acquirenti online, quelli che decideranno il futuro dell’e-commerce. Quali strategie possono usare i brand per conquistarli?
Chi sono i Gen Z
Nati tra il 1997 e il 2012, sono di solito definiti “Generazione Z” o “Gen Z”, perché la Z segue in ordine alfabetico le lettere X e Y, usate rispettivamente per definire la Generazione X e la Generazione Y. Hanno tra i 10 e i 25 anni e rappresentano la Internet generation, quella che non ha mai vissuto in un mondo senza connessione, sono nati con lo smartphone in mano, comunicano tramite app di messaggistica e vivono sui social. Vengono definiti anche Digitarians, Post- Millennials, Centennials o Zoomer, per il legame con la piattaforma Zoom, che li ha “allevati e nutriti” durante gli anni di pandemia e di istruzione scolastica da remoto, oppure iGen, un altro nome tutto dedicato ai prodotti Apple come iPhone o iPad, poiché sono legati indissolubilmente al brand di Cupertino.
I Centennials sono il target chiave oggi e per i prossimi vent’anni, coloro ai quali le aziende devono parlare. Proprio per questo è cruciale che i brand comprendano i bisogni di questa generazione, i loro ideali e le loro aspettative, soprattutto negli acquisti.
Le caratteristiche dei nativi digitali
Vivere in un mondo sempre iperconnesso ha influenzato e modellato la loro visione della vita, i loro valori, il loro immaginario, il modo di socializzare nonché gusti e abitudini di consumo. Ecco perché sono nate nuove strategie di marketing per conquistare questa fascia di pubblico, che si presenta come più esigente della Generazione Y, più propensa alla carriera e alla stabilità finanziaria, meno fedeli ai brand e più attenta alla qualità e al servizio. Preferiscono i contenuti visivi ma rigettano il troppo finto e photoshoppato, si fidano degli influencer e spesso comprano grazie a loro, apprezzano l’individualità e l’unicità e rifuggono l’omologazione di massa.
La Gen Z sembra essere anche più sensibile alle cause sociali e ambientali e spesso si impegna in attività di volontariato. Per questo hanno una predilezione per i brand attenti a tali tematiche e che si impegnano nella ricerca di soluzioni per rendere questo mondo un posto migliore. Rispetto alle persone della generazione precedente, infatti, i Gen Z si fidano di più (62% contro il 56%) di marchi che dimostrano responsabilità sociali (con concetti quali inclusività, sostenibilità e rispetto dell’ambiente).
Il nuovo target e le strategie dei brand
A poco servirà puntare su una strategia di contenuti su piattaforme owned o su un’ottimizzazione SEO: i ragazzi della Gen Z vivono di social media, quindi è improbabile che entrino in contatto con un brand che non investe in una social media policy semplice ed efficace. Non solo: un brand che crede che Facebook sia la risposta a questa esigenza resterà tagliato fuori dal business. Via libera, dunque, ai social per giovani: TikTok, Instagram e Snapchat, per esempio, dovranno essere inclusi nella propria strategia di marketing.
Interessante sapere poi che in media, la finestra entro la quale si riesce a catturare l’attenzione di un Gen Z, proprio perché estremamente legata alla velocità dell’universo internet, ha una durata di 8 secondi (per i Millennial, invece, sono 12). Dal momento che è cresciuta in una realtà iperconnessa, la Generazione Z ha sviluppato un filtro naturale per ciò a cui si può interessare, per le fake news, e per la pubblicità. Questo filtro di 8 secondi li aiuta a stabilire se valga la pena ascoltare e osservare qualcosa o meno. Quindi concisione e capacità di sintesi, oltre a creatività, sono un obbligo quando ci si rivolge a loro. Per pubblicizzare un prodotto, un brand dovrà comunicare immediatamente:
1) Di cosa si tratta;
2) Quali benefici porta;
3) Come può divertire.
Inoltre bisogna considerare che la Gen Z è fatta di “consumatori nomadi e poco fedeli”: passano da un brand all’altro alla ricerca del prodotto perfetto che li soddisfi pienamente e che assicuri loro la migliore esperienza di acquisto online. Fidelizzarli è una vera sfida.
I canali migliori per conquistarli
Difficile trovare i Gen Z su Facebook, perché è un “social per vecchi”, quindi per organizzare campagne di digital marketing rivolte a questo pubblico è meglio prediligere YouTube, l’app che utilizzano di più, Instagram e TikTok, ovvero social basati sulla condivisione di contenuti visivi. Per creare contenuti che possano diventare virali, è indispensabile saper fare storytelling, magari seguendo delle regolette base come:
1) catturare l’interesse e l’attenzione grazie a una storia coinvolgente;
2) condividere i valori chiave del brand creando associazioni tra il marchio ed esperienze positive;
3) suscitare nell’utente un legame emotivo con ciò che condivide il brand;
4) aggiungere sempre un’indicazione diretta come un call to action.
Da ricordare anche che bisogna sempre ottimizzare i contenuti che si pubblicano, a prescindere dalla piattaforma che si sceglie, in maniera tale che siano correttamente visualizzabili da smartphone, tablet e laptop.
La comunicazione e il fattore umano
Il fattore umano è tremendamente importante per la Generazione Z: comunicare direttamente con l’azienda quindi è un fattore essenziale. Per ottenere questo risultato, bisogna rispondere a domande e commenti nei post sui social media, per esempio, cercando di comunicare sempre con un “tocco umano”, evitando le risposte standard copincollate.
Non è importante solo il tipo di comunicazione verbale, ma anche il fattore estetico è indispensabile. Una generazione che possiede un cellulare da quando frequenta le elementari, e che acquista principalmente tramite smartphone, non verrà conquistata da un negozio online che non viene aggiornato da anni. Bisogna quindi usare un design appropriato, creativo e originale.
Se dunque desiderate che la Generazione Z faccia parte dei vostri clienti di oggi e di domani, ricordatevi di comunicare con loro:
• Usando un tono colloquiale e personalizzando le risposte sui social;
• Lavorando e investendo sull’aspetto grafico delle campagne online e del sito web;
• coinvolgendoli e intrattenendoli, per esempio, con lo storytelling;
• Ottimizzando sito e contenuti per tutti i formati di fruizione.
Se poi desiderate approfondire il mondo vissuto dalla Gen Z, ossia quello dei social e di internet, vi consiglio di leggere il mio ultimo libro, Internet e l’anello della fuffa.