siamo spiati umberto macchi

Ci spiano, lo dice anche il New York Times.

Negli ultimi giorni ho avuto modo di leggere questo interessantissimo articolo del New York Times in cui si parla del modo in cui le applicazioni ci “spierebbero”. In realtà non è un argomento nuovo e non occorrono nuove leggi ogni qual volta una novità tecnologica entra nel nostro mondo.
Ma va di moda, ormai, trattare questo argomento in modo epico e come se fosse davvero la notizia del giorno. Per cui, a ridosso della fine dell’anno, costruirne questa bella storia.
Nei paesi europei, anche in quelli più sviluppati, in realtà, possiamo conteggiare una quantità lunghissima di leggi “anti-spia”. Ma la loro vera utilità? Esiste? Quale è?
È vero che abbiamo app che ci spiano ma non serve una nuova legge che ci racconti come utilizzare una nuova tecnologia. Avremmo bisogno di studiare e dovremmo essere coscienti di non sapere.
Siamo digitalmente indietro e bisognerebbe lavorare su questo. Bisognerebbe capire e sapere tutto ciò che sta accadendo nel mondo, leggere, informarsi, approfondire, per essere presenti sul momento. Molte realtà e molte nazioni, invece, ci pongono davanti un mondo fatto di app e pensano che l’unico modo di divincolarsi sia semplicemente seguendole. Invece, a mio avviso, la lettura è fondamentale, è la metodologia corretta per studiare ed informarsi, crearsi un punto di vista e un obiettivo.
Proprio per questo mi farebbe piacere presentarti uno stimolo nuovo, il mio nuovo libro, perfettamente calzante sul tema e che spero possa essere un ottimo compagno all’inizio del nuovo Anno!
Buona lettura!

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