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Costruire la ripresa: Cashback e app IO

Nell’ottica di favorire gli acquisti natalizi è stato lanciato il programma Cashback tramite l’uso della nuova app IO, un’iniziativa lodevole che però nella pratica risulta ben poco efficace.

Il Natale è appena trascorso e la crisi è ancora tra noi. Molti negozianti, sfiniti dalle restrizioni e dalle chiusure prolungate, hanno chiesto al Governo una soluzione per tentare di ridurre le perdite previste per queste ultime settimane di Dicembre. La proposta è stata l’introduzione anticipata del sistema Cashback legato all’app IO, uno step già previsto dal programma nazionale Cashless che è stato adattato alle circostanze.

Un’idea con del potenziale

In sostanza si tratta di un rimborso pari al 10% delle spese effettuate tramite pagamento elettronico per chi aderisce all’iniziativa, con un tetto massimo di 150 euro per singola operazione. Per ottenerlo è necessario che il soggetto effettui almeno 50 acquisti fisicamente presso negozi, bar, ristoranti, supermercati e grande distribuzione ed il massimo rimborso ottenibile è pari a 300 euro annui. Gli acquisti online di qualunque natura non vengono considerati idonei verso il raggiungimento di tale quota. Per poter partecipare è necessario scaricare l’app IO e seguire le istruzioni per la registrazione.

L’intera operazione sarebbe dovuta partire il 1° Gennaio 2021, ma il tutto è stato anticipato dando vita un’iniziativa speciale, l’Extra Cashback di Natale, che sarà valida dall’8 Dicembre fino all’inizio del nuovo anno. Durante questo periodo sarà possibile ottenere il rimborso previsto dal cashback del 10% effettuando solo un minimo di 10 operazioni, fino al raggiungimento della soglia dei 150 euro. Si tratta sicuramente di un buon incentivo per convincere la gente a fare più spese tramite i nuovi sistemi di pagamento, nell’ottica di favorire la digitalizzazione e rimettere almeno parzialmente in moto l’economia.

Dove il sistema Cashback fallisce

In sostanza l’app IO e il programma Cashback rappresentano un giusto passo verso la digitalizzazione del Paese… senonché si tratta di un passo nel vuoto. Oltre alle varie problematiche di tipo tecnico riscontrate da chi ha tentato di utilizzare l’app in questi primi giorni il progetto presenta alcune gravi lacune dal punto di vista concettuale. Innanzitutto la limitazione che non consente di ottenere il rimborso per gli acquisti online, ma solo per quelli effettuati in negozio. Si tratta chiaramente di una misura per aiutare tutte le attività che sono dovute rimanere chiuse durante i mesi passati, ma dopo tutta le iniziative fatte da Marzo ad oggi per spingere i piccoli esercizi a digitalizzarsi è un controsenso non premiare chi l’ha fatto impedendogli di poter proporre ai suoi clienti di beneficiare del bonus.

Un altro problema, ben più grave, risiede nella natura stessa del progetto. I cittadini vengono incoraggiati nell’uso della moneta elettronica tramite il cashback, mentre al contrario non è prevista alcuna agevolazione dal punto di vista dei commercianti. Considerando la tassazione a cui sono sottoposti i negozi ed il fatto che il servizio per i pagamenti elettronici ha un costo non indifferente questa scelta sembra priva di senso. Fossero state previste delle agevolazioni per gli esercenti che avessero aderito all’iniziativa allora la cosa sarebbe stata ben diversa ma allo stato attuale, a meno di non fatturare ben oltre i propri standard, non c’è alcun vantaggio per chi vende.

Se si vuole cambiare il modo in cui circola il denaro all’interno di un Paese è necessario modificare di conseguenza anche l’intero sistema fiscale, non bastano delle mezze misure. Sebbene sia giusto voler eliminare l’evasione questo di sicuro non è il modo di farlo.

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