elon musk acquisisce twitter

Musk vuole Twitter e Twitter dice “sì”

Elon Musk acquisisce Twitter per circa 44 miliardi di dollari

L’obiettivo di Elon Musk è rivoluzionare anche economicamente il social network e ridare libertà di parola a tutti gli utenti.

Negli ultimi anni, Elon Musk è diventato non solo l’uomo più ricco del mondo ma anche una delle figure più polarizzanti del mondo degli affari, grazie allo sbalorditivo successo commerciale di Tesla e alla genialità ingegneristica di SpaceX. Adesso alla lista si aggiunge anche Twitter. Il noto social network, infatti, ha accettato la sua proposta di acquisto, quindi Musk presumibilmente diventerà CEO di un’azienda per la terza volta. Il consiglio di amministrazione di Twitter ha ufficializzato l’accordo con Musk per 54,20 dollari per azione (una quota che il management di Twitter da solo non riuscirà mai a raggiungere) in una transazione del valore di circa 44 miliardi di dollari: conclusa la transazione, attesa entro la fine del 2022, Twitter lascerà Wall Street per diventare un società privata interamente controllata dal miliardario. Il creatore di Twitter, Jack Dorsey, approvando tutti i progetti di Musk per la piattaforma, ha dichiarato che “toglierla da Wall Street sarà il primo passo giusto. Elon è la soluzione singolare in cui credo”.

L’acquisizione dell’anno

La libertà di parola è alla base del funzionamento di una democrazia e Twitter è una città digitale, la piazza in cui si dibattono le questioni vitali per il futuro dell’umanità. Voglio anche rendere Twitter migliore e arricchirlo con nuove funzionalità, rendendo gli algoritmi open source, aumentandone la fiducia, sconfiggendo i bot spam e autenticando tutte le persone. Twitter ha un enorme potenziale e non vedo l’ora di collaborare con l’azienda e la comunità di utenti per sbloccarlo.” Ecco come Musk, con un suo tweet, ha commentato l’acquisizione del social network.

Gli azionisti riceveranno un’offerta pubblica di acquisto nelle prossime settimane e, se la maggioranza accetterà, l’accordo sarà concluso. Twitter e Musk dovranno sottoporlo poi alla revisione del Dipartimento di Giustizia e della Federal Trade Commission: quasi sicuramente le autorità antitrust federali effettueranno delle verifiche ma è molto improbabile che decidano di bloccare la transazione. Secondo un deposito della SEC sulla transazione, Musk dovrà pagare a Twitter 1 miliardo di dollari se si tira indietro, e Twitter, a sua volta, gli dovrà la stessa commissione nelle stesse circostanze.

Monopolio e libertà di scelta

Le critiche all’acquisto sono numerose, principalmente per la paura di un conflitto di interessi o per un supposto monopolio che potrebbe limitare la nostra libertà di scelta. Ma le cose non stanno affatto così, anzi. Forse non tutti lo hanno chiaro in testa, ma oggi siamo soggetti al monopolio di un “enorme blob” come Meta, che ingloba Facebook, Instagram, Whatsapp e una serie di altre piccole società come Oculus Rift (tutte società che gravitano sotto Mark Zuckerberg), e al polo costituito da Linkedin con a capo Bill Gates. Stop. Quale scelta plurima crediamo di avere? Siamo sottomessi al solito algoritmo e al solito punto di vista di uno/due imprenditori, quindi un nuovo punto di vista è non solo auspicabile ma necessario. Ben venga dunque un terzo polo pilotato da Elon Musk, che lavora sì per i soldi, come tutti, ma anche per la libertà di parola e gli interessi del pianeta e del nostro futuro.

Verifica dell’identità

A differenza di Facebook e delle altre piattaforme che impongono agli utenti di usare il proprio “nome reale”, Twitter permette di utilizzare pseudonimi, cosa che con Musk potrebbe però cambiare. Presto, inoltre, Musk sarà in grado di accedere a tutti i dati degli utenti di Twitter, compresi gli indirizzi ip e il contenuto dei messaggi diretti (dm). Dal momento in cui non sono protetti dalla crittografia end-to-end, i dm su Twitter possono essere accessibili da chiunque controlli la piattaforma. I sostenitori della tecnologia sottolineano da tempo come la crittografia end-to-end, oltre a schermare i dati da occhi indiscreti, dia anche potere agli utenti sul lungo periodo, indipendentemente da chi sia il proprietario del servizio.

Tuttavia, quando parla di “autenticare tutti gli esseri umani”, è possibile che Musk si riferisca a un piano per ridurre gli spambot facendo inserire agli utenti dei captcha prima di pubblicare un tweet, per dimostrare di non essere un bot. Anche se rimane da capirne la fattibilità, secondo i sostenitori della privacy e della sicurezza in teoria un sistema simile potrebbe effettivamente essere utile. Nell’ipotesi peggiore, Musk potrebbe essere intenzionato a mettere Twitter nella condizione di raccogliere informazioni su ogni utente per confermare internamente che si tratti di una persona fisica o, peggio ancora, far sì che sia possibile avere un account Twitter solo usando la propria identità legale.

Personalmente, però, anche analizzando i rischi, la ritengo una decisione geniale, perché suppongo che lo farà attraverso la blockchain, inserendo quindi Twitter nella stessa blockchain. A quel punto tutto quello che noi scriviamo sarà certificato, attraverso la richiesta di alcuni documenti, e nel momento in cui noi andremo a esprimere la nostra opinione lo faremo su un account verificato. Cosa succederà agli account non verificati? Perderanno di valore e alla lunga nessuno vorrà più interagirci. Questa manovra sarà molto conveniente per le aziende, perché ad oggi la maggior parte delle imprese hanno a che fare con chatbot e profili falsi che le minacciano ovunque, mentre se su Twitter ci saranno profili verificati, sarà possibile capire quante persone hanno, per esempio, effettivamente visionato una certa pubblicità invece che un’altra.

Valore del titolo e fatturato

Twitter, come afferma lo stesso Musk, è il social network con la maggior capacità di sviluppo tra quelli conosciuti, perché avendo sempre avuto una politica di prezzi troppo alti, non ha mai avuto un grosso appeal per le aziende, che non erano interessate a comprare pubblicità su Twitter proprio perché troppo costose, compromettendo così il fatturato dell’azienda stessa che non riusciva ad aumentare. Invece, se Musk facesse una politica dei prezzi diversa, e portasse l’ADV ai prezzi di Facebook, probabilmente, con una serie di azioni concomitanti, potrebbe far lievitare il fatturato di Twitter a cinque/sei volte sopra il fatturato attuale. In questo modo, mi chiedo: a quanto potrebbe salire il prezzo del titolo in borsa, che, attualmente, è decisamente più basso del titolo di Facebook? Al momento, infatti, la piattaforma ha pochi iscritti, quindi un basso fatturato che porta a un altrettanto basso prezzo dei titoli. Ma se venissero messe in atto le azioni di cui abbiamo appena parlato, probabilmente volerebbe all’istante, perché vi investirebbero dei fondi di investimento. Altra cosa importante è che il gruppo Meta di Zuckerberg o il gruppo finanziario di Bill Gates sono tutti partecipati da banche o fondi di investimento americani, ma questi gruppi ormai hanno comprato la maggior parte di queste aziende; al contrario, Twitter non è stata comprata (ecco perché Musk ha potuto fare così velocemente la scalata al successo) e questi grossi gruppi bancari, adesso, proprio per togliere potere a Musk, dovranno “rastrellare” azioni ovunque, pagando qualsiasi prezzo (e, nella legge della domanda-offerta, si sa che pagando qualsiasi prezzo quest’ultimo necessariamente aumenta), quindi il valore del titolo di Twitter è destinato senza alcun dubbio a crescere.

Preoccupazioni riguardo la gestione di Twitter

C’è chi teme che con Musk al comando di Twitter questo possa diventare un’arena d’odio, mentre altri sono convinti che la sua crociata anti-censura non risolverà i problemi che flagellano il social da anni. Tuttavia Musk non ha ancora ben chiarito cosa vuole fare con Twitter, ha solo dichiarato che a suo parere Twitter ha bisogno di essere “trasformato” e che dovrebbe basarsi su un algoritmo open-source. A interrogarsi sull’impatto che l’avvento di Musk avrà sulla società sono anche i dipendenti, ovviamente, che sono preoccupati dalla volontà del miliardario di voler smantellare le politiche di moderazione dei contenuti e, soprattutto, di voler procedere con il delisting della società, di fatto sottraendola ai riflettori pubblici e lasciando a Musk mano libera su come procedere.

L’amministratore delegato di Twitter, Parag Agrawal, incontrando i dipendenti della società, secondo quanto riportato da Cnn, ha detto: “Non ci sono piani di riduzione della forza lavoro al momento e non sono attesi grandi cambiamenti fino a quando l’accordo non si chiuderà in via definitiva. Una volta che l’intesa sarà finalizzata sapremo in che direzione si muoverà l’azienda”. Dicendosi ottimista sul futuro della società, Agrawal ha ammesso che “questo è un periodo di incertezza, ma se lavoriamo insieme non dovremo preoccuparci della perdita di quello che rende Twitter potente, ovvero lavorare uno con l’altro ogni giorno nell’interesse dei consumatori”.

C’è anche la questione di Twitter e dell’Unione Europea, che ha appena approvato il nuovo Digital Services Act (la legge istituita in Europa per bloccare le pubblicità invasive delle grandi aziende tecnologiche e i contenuti illegali pubblicati dagli utenti attraverso la verifica delle informazioni divulgate). Musk ha affermato che sta acquistando Twitter per renderlo un pilastro della “libertà di parola”, il che potrebbe significare il ritorno di figure di destra bannate come Donald Trump e Marjorie Taylor Greene. Sotto il DSA, le grandi piattaforme online come Twitter, Google e Meta, dovranno affrontare pesanti sanzioni finanziarie se non controllano i contenuti. Il capo dei mercati interni dell’UE, Thierry Breton, ha persino avvertito Musk su Twitter che se acquisterà la piattaforma sarà obbligato a seguire le regole: “Che si tratti di auto o social media, qualsiasi azienda operante in Europa deve rispettare le nostre regole, indipendentemente dalla loro partecipazione. Musk lo sa bene”, ha twittato. “Ha familiarità con le norme europee e si adatterà rapidamente al Digital Services Act”.

Al momento, comunque, è ancora troppo presto per tirare tutte le somme. Ne riparleremo appena le acque si saranno calmate. Attendiamo quindi news in merito e restiamo a guardare le prossime mosse del magnate rampante.

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